5 dicembre 2013

Progetto DIANA5: cambiare stile di vita è possibile

Dott.ssa Milena Simeoni
Direttore Didattico Lumen
LUMEN è la sede di Piacenza del progetto e collabora con il Dott. Franco Berrino  e con il reparto di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale Tumori. 


Gli studi epidemiologici hanno dimostrato, al di la di ogni ragionevole dubbio, che alti livelli sierici di androgeni e -dopo la menopausa- di estrogeni, favoriscono il successivo sviluppo di carcinomi mammari. Il rischio è più alto in presenza di bassi livelli di SHBG (sex hormone-binding globulin), e quindi di più alti livelli di ormoni sessuali liberi. 
Molti di questi studi hanno inoltre evidenziato un rischio associato ad alti livelli sierici di insulina, C-peptide ed IGF-I (insulin-like growth factor-I), che coopera con gli estrogeni nello stimolare la proliferazione delle cellule epiteliali mammarie. 
L’insulina, infatti, è un determinante importante della sintesi ovarica di androgeni e regola la sintesi epatica di SHBG e di IGFBP-1 e IGFBP-2 (IGF binding protein). 
Queste alterazioni endocrino-metaboliche riconoscono cause sia genetiche che ambientali. La ricerca sui geni che controllano la sintesi e il metabolismo di questi ormoni e fattori di crescita non ha però fino ad ora identificato polimorfismi capaci di spiegare, se non marginalmente, la variabilità interindividuale dei livelli sierici di questi fattori. E’ stato dimostrato, invece, che i livelli di ormoni sessuali sono influenzati dalla massa di tessuto adiposo (dove vengono sintetizzati sia androgeni sia estrogeni), dall’attività fisica (che migliora la sensibilità insulinica) e dalla dieta. 
Un cambiamento complessivo della dieta, volto a ridurre il consumo di zuccheri raffinati e di grassi saturi (che caratterizza l’alimentazione dei paesi ricchi), è in grado di ridurre il livello sierico di insulina e, di
conseguenza, la biodisponibilità di ormoni sessuali e di fattori di crescita. Una dieta iperproteica, inoltre, in particolare se ricca di proteine animali e di latte, è associata a livelli alti di IGF-I. Gli aspetti dell’alimentazione che favoriscono le alterazioni ormonali associate al cancro della mammella sono gli stessi che favoriscono la sindrome metabolica associata al diabete e alle malattie cardiovascolari. La  sindrome metabolica è definita convenzionalmente dalla presenza di tre o più dei seguenti fattori: iperglicemia, ipertrigliceridemia, bassi livelli di colesterolo HDL, ipertensione e adiposità addominale. 
Ciascuno di questi fattori è stato riscontrato associato al cancro della mammella in studi epidemiologici; e ci sono sempre più indicazioni che la sindrome metabolica e le alterazioni ormonali che l’accompagnano  siano associate anche ad una peggiore prognosi. Queste conoscenze consentono di formulare raccomandazioni sia per la prevenzione primaria sia  per la prevenzione delle recidive del cancro della mammella. 

DIANA 5 (DIeta e ANdrogeni) è una sperimentazione clinica controllata randomizzata per saggiare l’efficacia della dieta basata su principi mediterranei e macrobiotici e dell’attività fisica per prevenire la comparsa di recidive del carcinoma mammario in pazienti con tratti ormonali e/o metabolici ad alto rischio. 

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